Oggetto: interventi di gestione nella Riserva del
Furlo.
La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo sta vivendo un periodo
piuttosto travagliato dal punto di vista gestionale. Il riflesso è
ben evidente nel malumore di una considerevole parte della popolazione
e nel disagio con cui le associazioni ambientaliste si trovano a dover
constatare l’insostenibilità ambientale, economica, e per
giunta sociale di numerosi interventi.
Una situazione che evolve apparentemente senza criteri e quel che peggio
senza quasi nessuna considerazione delle componenti naturalistiche e
di quelle antropiche. E mentre da un lato si è notato con piacere
che sul piano promozionale ci sono state iniziative ben riuscite, dall’altro
viene da chiedersi e da chiedere all’Assessore all’Ambiente
Capponi (il quale non ha praticamente nessun rapporto con la maggior
parte delle associazioni ambientaliste), se veramente la Riserva si
pone per prima cosa l’obiettivo della tutela e della conservazione.
Oggi, dentro l’area protetta, succedono cose che in 60 anni di
proprietà demaniale non erano per fortuna mai accadute…
In poche settimane le ruspe hanno sbancato l’alveo del fiume Candigliano
nel Parco della Golena al Furlo mentre sul Pietralata il progetto di
recupero della zone incendiata oltre 10 anni fa (che si stava recuperando
da sola…) ha significato solo tagliare gli alberi sopravvissuti
quella volta e realizzare laghetti e strade forse più utili ai
bracconieri che alla fauna. E poi l’intervento più contestabile:
sui prati del Monte Paganuccio, dove sarebbe ovvio evitare di indirizzare
il turismo in funzione della tutela dei rapaci e dei grandi mammiferi,
sono spuntate come funghi aree pic-nic, altane e un inspiegabile edificio
in legno per l’osservazione, deturpante anche dal punto di vista
paesaggistico.
Spese ingenti per progetti che non hanno un senso logico in aree così
delicate; perché all’interno della Riserva, soprattutto
in questa fase, i soldi dovrebbero servire per approntare una migliore
vigilanza e per indennizzare meglio e più rapidamente gli allevatori
e gli agricoltori che subiscono danni o mancati introiti. In attesa
dell’approvazione del Piano la Riserva si gioca molto in termini
di immagine e siccome l’ampliamento del perimetro è una
possibilità necessaria ma anche concreta, conciliare progetti
e interventi con le vere finalità dell’area protetta, quindi
con gli ambientalisti e con i residenti rappresenta un viatico irrinunciabile.
Pur perseguendo la via del dialogo e della collaborazione, le associazioni
che hanno elaborato e sottoscritto questo documento, LUPUS IN FABULA,
LEGAMBIENTE Marche e WWF Marche, intendono precisare che se non vi saranno
riscontri concreti nella politica gestionale e nella revisione degli
interventi contestati, non rimarrà altro che fornire detto documento
agli organi di informazione.
Altresì queste associazioni si mettono a disposizione della S.V.
per un incontro nel quale chiarire quanto sopra esposto.
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.
12.10.04
LUPUS IN FABULA LEGAMBIENTE Marche W.W.F. Marche